Tappa 07 - L’antico “duomo” di Coldelce
La pieve di San Eracliano era la chiesa principale di Coldelce. Tutte le altre 6 cappelle del territorio ne erano soggette: S. Marci, S. Jannis de Monteviolarum, S. Paterniani, S. Christofori, S. Martini e S. Zenonis.
Ancora oggi la gente la definisce “il Duomo”.
La prima impressione che si ha vedendo questo edificio abbandonato così imponente in un luogo cosi solitario è un sentimento di stupore.
La prima edificazione della chiesa risale intorno all’anno 1000. Fino al XIV secolo era soggetta al vescovo di Urbino che ne aveva il beneficio di beni e diritti anche per la percezione di diritti lucrativi. Nel 1840 fu ricostruita la chiesa e la canonica. La nuova chiesa misurava 17 metri di lunghezza per 7,70 di larghezza. La facciata in mattone delimitata da due paraste d’ordine toscano, scannellate e rudentate, era coronata da un aggettante cornicione su cui poggiava la copertura a volta. Sullo sfondo, un’abside semicircolare, con paraste e cornicione, chiudeva il corpo della chiesa. Era illuminata da 3 finestre.
La torre campanaria di forma quadrata completava all’esterno il complesso della chiesa e della canonica. Il piccolo tetto a cupola del campanile non era quello originale ma del restauro del 1892 per ovviare alle continue riparazioni che la prima copertura necessitava data l’esposizione ai forti venti.
Sulla sinistra era collocata la cappella del cimitero, dove c’erano 5 sepolcri. Era laPieve di San Eracliano. ornata di quadri e di suppellettili d’arredo appartenuti al soppresso convento di Monte Busseto. Accanto alla chiesa vi era la canonica suddivisa in 2 piani: al pianoterra era collocata la sagrestia, la cucina, camerino per il pane, la cantina, il forno ed una piccola stalla, mentre al primo piano si trovavano 4 camere da letto, la sala, il guardaroba e lo studio. Dopo la morte dell’arciprete Don Oreste Brigidi (1965) la parrocchia rimase vacante. Oggi sta definitivamente crollando e offre uno spettacolo suggestivo ma anche molto triste.